Il Monte Genzana; un tondo colosso che offre visuali incontrastate sulle montagne d’Abruzzo.

 

Monte Genzana (2.170 mt) e Monte Rognone (2.089 mt)
5 dicembre 2013 – partecipanti Stefano e Giorgio

Prima uscita in ambiente invernale per salire sul Genzana dopo le nevicate di fine novembre, una montagna un pò isolata ma centrale, caratterizzata da un’ampia dorsale che costituisce un balcone con vista diretta su buona parte dei gruppi montuosi abruzzesi.
Il percorso è quello classico che sale da Frattura, si parcheggia al termine del borgo proprio dove la strada asfaltata termina in una sterrata su cui ci si avvia per un lungo percorso di avvicinamento. In realtà, così a prima vista, potrebbe anche essere fattibile una salita diretta verso la cima ed in verità ci pensiamo su un momento: si intravede infatti il traliccio che è proprio vicino alla croce di vetta. Valutiamo che però, al di là dell’essere una discreta pettata, non vi è sufficiente certezza che la neve sia ben assestata, in particolare al di sopra di alcuni evidenti salti di roccia .. e quindi optiamo per la così detta via “normale” che prevede una lunga circumnavigazione lungo la base del versante sud-ovest della montagna prima di iniziare la salita vera e propria.
La sterrata si snoda tra lunghi rettilinei e qualche tornante con dei bei panorami verso la vallata di Scanno e la sovrastante Montagna Grande, la pendenza è regolare e modesta tanto che in oltre quattro chilometri si sale di duecento metri scarsi.
A tre chilometri e mezzo circa dal punto di partenza si incontra una presa idrica ed un fontanile che butta un’acqua scintillante e letteralmente gelata che sicuramente in estate risulterà corroborante .. un pò meno allettante oggi con il fontanile immerso nella neve.
Dopo aver percorso poco più di quattro chilometri (quota 1.620mt), in corrispondenza ad una svolta netta verso destra della sterrata si nota sulla sinistra l’imbocco di un canale in salita al cui inizio si trova un alberello con dipinto il consueto segnavia bianco/rosso: si lascia la sterrata e ci si avvia all’interno del canale che punta a nord-est quindi verso nord e così si inizia finalmente a prendere un pò di quota.
Per nostra fortuna il fosso si sale tutto sommato agevolmente anche se intasato dalla neve, che  riamane in ombra nelle prime ore del mattino e quindi si conserva bella gelata sostenendo i nostri passi; ogni tanto c’è da superare qualche ammasso di neve che, caduta abbondante, deve essersi poi staccata dalle pareti ripide della forra che stiamo attraversando.
A mano a mano che si sale il fosso si allarga e raggi di sole iniziano ad illuminare lo scenario all’intorno, tutto bianco ed incontaminato visto che verosimilmente siamo i primi a salire dopo la caduta della prima neve, mentre incediamo avvolti in un silenzio assoluto.
Giunti a quota 1.800mt il fosso termina e si apre un’ampia valletta da cui finalmente si avvista la linea della lunghissima dorsale che sale alla vetta del monte Genzana; siccome oggi è tutto coperto di bianco e non vi sono tracce per identificare il sentiero - che probabilmente è da qualche parte sotto ai nostri piedi - decidiamo di tagliare direttamente verso nord-ovest  e quindi iniziamo a risalire la china fino a portarci sulla cresta, o meglio una dorsale piuttosto ampia, dove l’altimetro finalmente supera la soglia dei 2000.
Una volta sulla dorsale sommitale si apre agli occhi un panorama ampissimo in ogni direzione e si intravede anche il traliccio che segna la cima del Genzana, ancora piuttosto lontano. Inizia così una lunghissima passeggiata in quota caratterizzata da qualche sali-scendi e da splendide viste su un gran numero di montagne oggi tutte bianche. Tra le tante spiccano la Maiella ed il Monte Porrara che si possono osservare in tutta la loro estensione da nord a sud; molto interessante è anche la visuale sulle serre sopra a Scanno che sono proprio lì, quasi a portata di mano!
La cima del Genzana è sempre ben visibile ma ci vuole ancora un pò di tempo per arrivarci scendendo e risalendo alcuni avvallamenti ed alla fine con un’ultima salita siamo finalmente sulla cima .. dove, dopo aver percorso oltre nove chilometri, ci accoglie l’immancabile croce ed una sincera stretta di mano per aver raggiunto l’obiettivo!
A parte l’orrido traliccio a pochi metri dalla vetta, la cima del Genzana è senza dubbio un punto panoramico di grandissimo interesse data la quota abbastanza elevata ed una posizione centrale; tra l’altro la visibilità eccellente della giornata ha consentito l’avvistamento dei monti innevati dall’altra parte del mare Adriatico.
Dalla vetta è anche ben visibile la seconda cima della giornata, il monte Rognone, che si trova a circa due chilometri a nord ed è raggiungibile percorrendo agevolmente una lunga ed ampia dorsale: i panorami sono più o meno sempre gli stessi anche se dal Rognone, essendo l’ultimo avamposto rivolto a nord, si può avere un’interessante prospettiva sul Gran Sasso in tutta la sua estensione.
Dal Rognone l’ideale sarebbe tornare al punto di partenza completando un anello lungo il sentiero che scende fino al borgo di Frattura Vecchia e poi proseguendo sino a Frattura, il che consentirebbe oltretutto il risparmio di un bel pò di strada rispetto al dover ripercorrere il tracciato dell’andata.
Ci consultiamo valutando attentamente le possibili opzioni ma alla fine dobbiamo rinunciare all’idea di approcciare la discesa direttamente dal Rognone principalmente per via dell’innevamento che nasconde ogni traccia di sentiero, e poi rischieremmo di trovarci al buio in una zona non ancora visitata in precedenti escursioni; d’altro canto una discesa rapida sul fianco della montagna verso la chiesetta dell’Immacolata, che è ben visibile diverse centinaia di metri più in basso, sarebbe sicuramente più sbrigativa ma potrebbe riservare non poche criticità vista la pendenza sostenuta e la presenza di qualche balzo di roccia (molto utili in proposito alcune foto fatte dall’Argatone l’inverno precedente che mi ero portato appresso proprio per decidere la via del ritorno una volta lassù), oltre ad una neve che sicuramente non è ancora adeguatamente assestata per garantire la tenuta dei ramponi.
E quindi, siccome la prudenza non è mai abbastanza .. non ci resta che fare dietro-front: abbiamo parecchia strada da percorrere nonchè le numerose salite e discese sulla dorsale sommitale, ivi incluso un secondo passaggio sulla cima del Genzana; in compenso abbiamo la serenità che deriva dalla certezza della via da seguire e la prospettiva allettante di essere ancora in quota quando arriverà il tramonto e le montagne all’intorno si tingeranno di caldi colori e poi, alla fine, di ritrovarci verso valle che sarà già buio .. il buio vero del bosco e non quello sempre troppo luminescente della città.
Giusto il tempo di una telefonata per rassicurare a casa che è tutto ok e che faremo un pò più tardi del previsto e poi di nuovo in marcia a concludere un’altra bellissima avventura!

Dati dell’escursione descritta:
lunghezza circa 22 chilometri
dislivello complessivo 1.200 metri